Impressions in calo su Google? Cosa sta succedendo

Negli ultimi mesi molti marketer e SEO manager hanno vissuto la stessa scena: aprire Google Search Console, vedere crollare le impressions e pensare “Google ci ha puniti”.

Ma non è così.

Il responsabile non è un aggiornamento algoritmico, bensì la rimozione del parametro num=100 dalle SERP, un piccolo dettaglio tecnico che aveva però un impatto enorme su tutto l’ecosistema dei dati SEO.

Fino ad agosto 2024, il parametro num=100 permetteva di mostrare 100 risultati per pagina. Era usato massicciamente da software e scraper (Semrush, Ahrefs, Sistrix, SEO Powersuite, ecc.) per raccogliere keyword e costruire dataset completi.

Quando Google ha disattivato quella possibilità, i tool si sono trovati improvvisamente ciechi dopo la seconda pagina dei risultati.

E con loro, anche i nostri numeri.

Effetti immediati sui dati di Search Console

Dopo la rimozione, gli effetti si sono propagati a catena.

La metrica delle Impressions è crollata perché molte keyword che comparivano solo in fondo ai risultati non vengono più conteggiate.

Di contro, Clicks e Position media sono migliorati: restano solo i dati legati alle ricerche effettivamente visibili e cliccate.

  • Impressions ↓ – meno keyword tracciate oltre la 20ª posizione.
  • Clicks ↑ – le query “reali” diventano più rilevanti nel calcolo.
  • CTR ↑ – il rapporto migliora drasticamente, perché il denominatore si restringe.
  • Position ↑ – le medie si alzano, filtrando il rumore di fondo.

In sostanza, Google non ha tolto traffico: ha ripulito la fotografia della visibilità.

Chi pensava di essere “in vista” solo perché appariva in fondo alla SERP, ora scopre la realtà.

Cosa dicono i dati globali

Uno studio di Sistrix analizzato da Search Engine Land mostra che:

  • 77% dei siti web ha perso keyword visibili nel proprio indice dopo la rimozione di num=100.
  • Le perdite si concentrano nelle posizioni oltre la seconda pagina, cioè dove gli scraper non arrivano più.
  • Al contrario, CTR e ranking medio sono leggermente aumentati, segno che la visibilità “vera” non è stata intaccata.

Il punto è chiaro: non è cambiato l’algoritmo, è cambiato il modo in cui noi leggiamo i dati.

Per anni abbiamo contato impression che non avevano alcun peso reale sul comportamento dell’utente.

Un colpo agli scraper (e all’ego dei report)

Questo aggiornamento ha un effetto collaterale: i software SEO devono reinventarsi.

Molti tool hanno basato la loro metrica di visibilità su query simulate via num=100, e ora si trovano a raccogliere meno dati.

Semrush e Ahrefs stanno già lavorando per aggiornare i loro metodi di scraping, ma la transizione richiederà tempo.

Intanto, chi lavora su dashboard o report automatizzati sta vedendo numeri impazziti, confronti YoY distorti e grafici che crollano senza un motivo apparente.

È il momento di ricordare che la SEO è analisi, non superstizione.

Come interpretare (e usare) questi nuovi dati

  1. Non confondere perdita di Impressions con perdita di traffico: i clicks contano più di prima.
  2. Evita confronti YoY o MoM diretti: i dati prima e dopo agosto 2024 non sono più omogenei.
  3. Rivedi i KPI. Impressions e visibilità keyword non sono più metriche assolute.
  4. Concentrati sulla top 20. Le keyword oltre la seconda pagina contano sempre meno.
  5. Aggiorna le dashboard interne. Gli automatismi basati su vecchie API potrebbero restituire letture sbagliate.
  6. Leggi il CTR come un segnale reale di performance. Ora che è più “pulito”, riflette meglio l’interesse degli utenti.

Questa ricalibrazione renderà i report più onesti e i piani SEO più concreti.

Meno tempo a inseguire curve gonfiate, più attenzione a ciò che davvero genera traffico e conversione.

SEO dopo num=100: una lezione di realtà

La rimozione del parametro num=100 è, in fondo, una lezione di sobrietà digitale.

Ci ha costretti a smettere di inseguire numeri illusori e a tornare all’essenza del lavoro SEO: comprendere l’utente, migliorare i contenuti e ottimizzare l’esperienza.

Le vanity metrics — quelle curve perfette di impressions che non portavano visite — erano solo un miraggio statistico.

Oggi il quadro è più nitido, anche se meno spettacolare nei grafici.

E forse è proprio così che dev’essere: una SEO che misura l’impatto reale, non la speranza.

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